martedì 23 ottobre 2012

Trekking in Sardegna - ottobre 2012

Le ragazze di Fuili

Anche quest’anno, come ormai è tradizione, un consistente gruppo di soci e non soci del Club Alpino Italiano, hanno trascorso una settimana in quel di Cala Gonone cimentandosi in varie camminate, calate e ferrate di varie difficoltà.
Diciamo che è stato l’anno delle ferrate e delle grotte, oltre la solita Bacu Padente, infatti a programma erano inserite due ferrate e una grotta veramente impegnative, tecnicamente e fisicamente.
In particolare la ferrata di Pentumas, visto anche il numero dei partecipanti, ha richiesto un extra time per portarla a compimento,
 
Ferrata di Pentumas
mentre la grotta di Su Bentu ha permesso ai partecipanti all’escursione di provare tutte le emozioni di un vero percorso speleologico.


 
Grotta di Su Bentu


A detta di tutti, bellissima la seconda ferrata, quella di Cabirol, che si sviluppa interamente sulla falesia di Capo Caccia a picco sul mare con degli scenari veramente mozzafiato e con dei passaggi tecnici veramente spettacolari.
 
Ferrata di Cabirol
Tutti hanno superato le difficoltà incontrate con calma e tranquillità; certamente importante è stato l’apporto delle due guide, Franco e Giancarlo, molto preparate ad affrontare questo tipo di percorsi. Di grande aiuto anche la disponibilità dei nostri “facenti funzioni di guide” Vinicio, Vlady, Maurizio, Nini, Valerio, Cesare ecc.. che si sono resi disponibili nel supportare i neofiti di queste escursioni.
Ritengo, visto come sono andate le cose, che tutti siano stati pienamente soddisfatti dell’assistenza ricevuta,  e che anche i più scettici si siano ricreduti sulla preparazione, capacità e nel trasmettere fiducia e tranquillità, delle nostre espertissime guide.
Come tutti gli anni non abbiamo fatto solo escursioni impegnative, chi non si sentiva di affrontarle, ha potuto dilettarsi in percorsi di puro trekking, visitando il villaggio di Tiscali, la favolosa Cala Goloritzè, il nuraghe Gorroppu e Mereu nella valle del Flumineddu, l’escursione a Monte Novo San Giovanni ed Orgosolo con merenda presso i pastori.
 
Montenovo S. Giovanni
 


Cala Goloritzé
 


Nuraghe Mereu



Ovviamente c’è stata la possibilità di prendersi anche dei riposi al mare e fare visita alle numerose cale in gommone.
È stata veramente una bellissima settimana trascorsa in armonia e sfrenata allegria, visitando come al solito posti selvaggi bellissimi in una natura incontaminata, con un gruppo affiatato e disponibile, probabilmente il migliore di questi ultimi anni, che mi ha  reso molto contento per la disponibilità di tutti nel prestarsi agli altri.
Pie.


sabato 11 agosto 2012

Il sole (o quasi) di mezzanotte

Erano anni che volevamo andare fin lassù: a Capo Nord e quest'anno abbiamo rotto il "porcellino" e abbiamo prenotato il nostro viaggio.
Siamo partiti il 15 luglio e in tre tratte di aereo siamo giunti a Bodø, cittadina già oltre il circolo polare artico dove il sole in quei giorni non tramonta mai. Purtroppo il tempo (meteo) non ci ha assistito e il sole si nascondeva dietro una spessa coltre di nubi, che oltre tutto ci hanno accompagnato per tutto il viaggio.
Abbiamo proseguito per le isole Lofoten dopo una traversata di circa 4 ore con un mare decisamente mosso e per molti traghettatori decisamente travagliata.
Le isole sono fondamentalmente delle montagne sorgenti dal mare, costellate di villaggi e cittadine di pescatori che si dedicano alla pesca e alla essiccazione dei merluzzi (stoccafisso e baccalà) che poi vengono esportati in gran parte in Italia.

La cittadina di Reine
Dalle isole attraverso ponti e gallerie siamo rientrati in terra ferma passando da Tromsø, ricca cittadina universitaria da cui sono partite le maggiori spedizioni per l’esplorazione del Polo Nord. Da Alta, cittadina il cui unico pregio è quello di avere un interessante parco archeologico dove sono conservati dei graffiti di oltre 4000 anni fa, paragonabili a quelli della Val Camonica.

La strada che conduce ad Honningsvåg
Siamo quindi giunti a Honningsvåg cittadina sull’isola di Magerøya ultima tappa prima di percorrere gli ultimi 35 km che la separano dal “mitico” Capo Nord.
L’isola di Magerøya è collegata, dagli inizi degli anni 2000, alla terra ferma con una galleria di circa 7 km e che scende a una profondità di oltre 200 metri. Fino agli inizi di luglio l’attraversamento era a pagamento, ma poiché lo stato norvegese è rientrato dall’ investimento da pochi giorni è diventato gratuito! Ogni commento è più che superfluo!
Capo Nord (71° 10’ 21”) è considerato il punto più settentrionale d’Europa, vero in parte, è infatti raggiungibile con una comoda strada, ma in l’effettivo estremo è una penisola detta Knivskjellodden (71° 11’ 08”) situata a poco più di un chilometro più a nord e raggiungibile solo a piedi con una marcia di 9 km (solo andata!).

Una briciola di sole verso mezzanotte a Capo Nord
Bisogna essere veramente molto fortunati per vedere il sole a questa latitudine, ma lo spettacolo, in assenza di nebbia, molto frequente, è affascinante e merita un viaggio così lungo e faticoso.

Ci auguriamo di organizzare un incontro “fotografico” al più presto per mostrarvi meglio quei paesaggi incantevoli.

Grazie

Silvio e Laura



mercoledì 27 giugno 2012

I fiori intorno al lago d'Arpy

Lorenzo Cameroni ci ha inviato due sue foto scattate durante la gita del 17 giugno.
Sono le foto di alcuni dei fiori bellissimi che hanno accompagnato coloro che si sono diretti verso il Col de la Croix.


Grazie per queste belle immagini!

domenica 24 giugno 2012

E' tornato!

Mercoledì 20 giugno, il viaggio di Guido ha avuto termine.
Atterrato alle 22,25 all’aeroporto di Orio al Serio, la sua scommessa con se stesso ha avuto un lieto fine.
Era partito da Vimodrone lunedì 21 maggio ed è riuscito da solo a raggiungere la meta del Santuario di Compostela, dopo un cammino di più di 700 Km.
Al suo rientro, in aeroporto, è stato accolto da un comitato d'onore,composto oltre che dalla moglie, da un gruppo di amici del CAI.








Tantissimi complimenti a Guido, che si è rivelato un grandissimo e costante camminatore, per aver portato il nome della nostra sottosezione in quel luogo ricco di leggenda.
Grazie ancora da parte di tutti soci.
Maurizio R.

martedì 19 giugno 2012

Lago d'Arpy e Lago di Pietra Rossa 17 giugno 2012


Vista del Bianco dal lago di Pietra Rossa (foto di Fiorenzo)

      Cronaca semi-seria di una bella gita    

Vimodrone, domenica 17 giugno 2012 ore 05:55: un pullman da 40 posti in via Cadorna e 44 persone in attesa di partire per la gita. Ops! Così non si può partire! Rischio di ritiro patente al bravissimo e paziente autista. Prontamente l’organizzazione CAI e “il Colombo” risolvono il problema: veloce deviazione al deposito mezzi e cambio pullman con uno da 55 posti!
Finalmente alle 06:55, dopo un brevissimo pit stop in località a S. Giuseppe (in attesa della pista ciclabile!) per prendere a bordo Aldo, partenza per la destinazione finale: il lago di Arpy e quello di Pietra Rossa.
Verso le 09:45 per una strada dai mille tornanti la meta è raggiunta: Tête d’Arpy,. Qui dopo un breve tratto iniziale insieme, i 44 “gitanti” si dividono in tre gruppi: “gli amanti del relax” destinazione lago di Arpy , i “passeggiatori” con capo gita Tina destinazione Col de la Croix e “machi” con capo gita Adriano destinazione lago di Pietra Rossa.

Il lago di Arpy
Gli ”amanti del relax” raggiungono felicemente il lago e lì aspettano pazienti il ritorno degli altri. Superato il lago per i “machi” è iniziata la fatica sul sentiero più accidentato e faticoso per il Pietra Rossa. Giunti a metà strada però il sentiero si perde sotto un bel manto di neve che copre quasi tutto il grande scalino conclusivo di circa 200 m di dislivello.
La neve!!!
A questo punto alle ore 12.30 ”grande senato consulto”: salire comunque e inventarsi il percorso o sostare per rifocillarsi?
I super machi, giudati dal capo Nini, Aldo, Adriano,  Cosimo, Fiore (ho dimenticato qualcuno?) si incamminano, o si innevano, per la meta finale, gli altri meno machi e più affamati cercano una bella pietra, si spalmano bene la crema solare per non scottarsi e frugato nello zaino addentano il pranzo preparato a casa.
La giornata è splendida un sole caldo e il leggero vento tiene lontane le piccole nubi che nascono e si dissolvono in un meraviglioso cielo blu inteso ... e i “fotografi” si scatenano!
Di fronte la maestosità del “Bianco”che ha mostrato tutte le sue cime: dal Grandes Jorasses, passando per il Dente del Gigante senza nasconderne alcuna. Solo qualche piccola nube lo nasconde per pochi minuti, ma lo spettacolo è davvero stupendo.
I super machi raggiungono il lago… Ma dov’è?

Il lago ancora sotto la neve (foto di Fiorenzo)
È sotto una coltre di ghiaccio e neve! Si intravede solo una piccola parte! Ora bisogna pensare alla discesa per ricongiungersi agli altri e il percorso è tutto da inventare.
Nel frattempo il gruppo dei passeggiatori tra una chiacchiera e l’altra, un rododendro appena sbocciato, un botton d’oro, una genziana alpina per non parlare degli anemoni e mille altri fiori che stanno aprendosi all’estate, raggiungono il Col de la Croix.
Uno dei tanti fiori

Anche qui il panorama è spettacolare! Là sotto la cittadina di La Thuile, il Bianco di fronte e laggiù in fondo il Rosa, la vista riempie gli occhi e il cuore.

Il Bianco troneggia

Verrebbe voglia di volare in quei grandi spazi. Alla fine i passeggiatori, un po’ divisi, raggiungono il lago di Arpy.
E lì ci aspetta il tritone alpino soggetto molto fotografato dagli appassionati.

Finalmente anche i machi con i super machi raggiungono il lago e tutti insieme si ritorna al pullman per una meritata sosta con birra e/o gelato.
Alle 20,45 la ridente cittadina di Vimodrone ci accoglie con la sua calda e umida atmosfera, facendoci rimpiangere quella fine, limpida e fresca della località aostana.
Grazie Nini che ci hai fatto conoscere un angolo di mondo particolarmente bello. E un particolare grazie a Tina che si è dimostrata grande capo-gita dei passeggiatori (si dice che abbiano fatto la ola in suo onore!) e per l’ottima torta offerta al ritorno.

Grazie a tutti.

Laura e Silvio





martedì 5 giugno 2012

Il Tracciolino, 2 giugno 2012

Questa mattina sveglia presto, dobbiamo incontrare gli amici del CAI di Vimodrone davanti alla stazione di Novate-Mezzola intorno alle otto.
La nostra destinazione è l'antico borgo di Codera, ormai quasi disabitato, e raggiungibile solo a piedi.

Il villaggio di Codera

Strada facendo il cielo sembra incupirsi e le cime intorno alla città di Lecco sono coperte da nubi che non promettono niente di buono ma lontano, in direzione di Colico un chiarore ci lascia ben sperare.
Alle otto siamo davanti alla stazione di Novate e dopo poco ci raggiungono Adriano (il nostro capogita). Oscar, Nini, Maurizio, Giovanni, Silvio, Cosimo e Luciano.
Con Giampietro ed io, siamo in dieci.
Le nubi che ci hanno accompagnato lungo la strada si sono dissolte e la giornata si presenta ora soleggiata.
Prendiamo un caffè nella piazzetta di Novate e visitiamo velocemente la chiesa parrocchiale che ci sorprende con il suo interno barocco completamente ornato di stucchi dorati e di affreschi.
Raggiungiamo il parcheggio che è già quasi pieno. Da qui parte il sentiero che ci porta a Codera.
Dopo un duro e lungo percorso fatto di gradini e lastroni scolpiti nel granito intervallati da una successione di falsipiani raggiungiamo una cappelletta con un affresco raffigurante una madonna col Bambino. Bella la vista sul sottostante lago di Novate Mezzola.

La chiesetta nel bosco
Proseguiamo continuando a salire e attraversando boschi di castagni raggiungiamo l’abitato.
All’ingresso del paese c’è un piccolo cimitero. Colpisce la scritta all’ingresso del camposanto: «Ciò che noi fummo un dì, voi siete adesso. Chi scorda noi, scorda se stesso». Un ammonimento a ricordare e a rispettare i morti.
La vista è spettacolare. Siamo a poco più di 800 m, ma sembra di essere in alta montagna.

Una foto prima del meritato ristoro


Sulla piazzetta si affaccia il rifugio ‘La Locanda’ dove ci fermiamo per ristorarci. Niente di meglio che una fetta di torta fatta con grano saraceno e farcita con una deliziosa marmellata di ciliegie e un bicchiere di vino bianco.



Visitiamo due piccoli musei. divisi in sezioni: quella geologica, che raccoglie minerali e cristalli, quella storica, che con la ricostruzione di una cucina e di una camera da letto arredate con suppellettili ed attrezzi tradizionali documenta la vita della valle.

Tutti all'interno del piccolo museo di Codera
Ci avviamo, ci aspetta un lungo percorso Il Tracciolino. Un sentiero che rimanendo in quota, collega la Val Codera con la Val dei Ratti. Alcuni punti sono davvero suggestivi perché si cammina tra le rocce e su piccoli ma splendidi ponticelli in pietra sotto i quali scorrono ruscelli spumeggianti. È lungo le sponde di uno di questi che ci fermiamo per consumare la colazione al sacco.


Il percorso che ci porta al Tracciolino

Riprendiamo il cammino e non possiamo che rimanere meravigliati lungo questo tratto, dal lavoro svolto per realizzare la ferrovia a scartamento ridotto che è servita al trasporto di persone e materiali per la costruzione della diga in Val dei Ratti sotto il paese di Frasnedo.

Un tratto della ardita ferrovia
Lungo lo stesso percorso del treno a scartamento ridotto, attraversiamo gallerie e lunghi tratti su uno strapiombo che ci consente di avere una vista unica dell’ambiente circostante.
Il panorama da quassù è bellissimo. Abbiamo modo di vedere da lontano alcune frazioni ormai abbandonate mentre più sotto una splendida vista del lago di Mezzola e di quello di Como.

Anche se con un po' di foschia, il panorama dal sentiero
Scendiamo quindi verso Verceia attraversando boschi di castagni centenari chiudendo in una sorta di anello il nostro percorso.
Dopo aver camminato per circa sei ore siamo un po’ stanchi, ma soddisfatti.
Sulla strada del rientro ci fermiamo per acquistare formaggi e salumi tipici.
Nel bar adiacente il negozio, ci ristoriamo con una ‘bionda fresca e spumeggiante’ birra accompagnata da un assaggio di salumi e formaggi…..
È quindi tempo di salutarci con la promessa di ritrovarci presto per una nuova escursione con questa bellissima compagnia.
Da parte mia, unica donna del gruppo, ringrazio tutti per avermi supportato e ….sopportato!!!!
Grazie ancora …e alla prossima

Marisa

P.S. Il 2 giugno sappiamo che è la festa della repubblica e dovremmo esporre la nostra bandiera... oppure:

 

lunedì 21 maggio 2012

Gita ai Piani d'Erna, sabato 19 maggio 2012

Finalmente, dopo un cambio di data e un cambio di destinazione per passaggio del Giro d’Italia, riusciamo a organizzare la consueta gita annuale che il CAI rivolge soprattutto ai bambini. La destinazione definitiva sono i piani d’Erna, bella località montana del lecchese, facilmente raggiungibile da Milano.

Nonostante le previsioni meteo sfavorevoli che ci hanno accompagnato per l’intera settimana, non ci facciamo scoraggiare e decidiamo di confermare la gita.

Sabato mattina ci ritroviamo sul piazzale del mercato e partiamo per la nostra meta; dopo solo un’ora di viaggio, raggiungiamo la partenza della funivia, che in 5 minuti ci porta a quota 1.300 metri.

In cima ci dividiamo in 3 gruppi: quello dei bambini che percorrerà il Sentiero natura, e gli altri 2 che si avventureranno verso il Resegone.

Inizia l'avventura nel bosco

Il Sentiero natura percorso dai bambini è ricco di pannelli che illustrano i tipi di fiori, funghi o animali che si possono incontrare durante il cammino e offre bellissimi scorci panoramici sulla Grigna e sul lago di Lecco.


Sosta davanti a un pannello esplicativo


La testa del gruppo è affidata ai bambini che a turno si divertono a guidarci seguendo la segnaletica.

Piccole fotografe crescono...

 
Il giro dura indicativamente dalle ore 10.00 alle ore 16.00, compresa una sosta di circa un’ora in un’attrezzatissima area pic-nic, con tavoli, panchine e una bella area giochi.


Acqua fresca di fonte...

...e tra un sorso e l'altro... la scoperta delle uova di rana


Terminato il giro ricompattiamo i gruppi e, dopo una meritata sosta per bere qualcosa di caldo, riprendiamo la funivia e ripartiamo in pullman alla volta di Vimodrone.


Prima di ripartire una foto tutti insieme


Il tempo alla fine è stato clemente con noi, e ci ha permesso di completare l’intero percorso senza bagnarci.

Un saluto dai nostri piccoli "montanari"

Un grazie molto speciale va rivolto ai bambini (Andrea, Anna, Elisa, Irene, Yara, Luna, Nicolas, Sofia, Stefano) che, nonostante la giovane età (la più piccola non aveva ancora 4 anni), hanno affrontato la giornata con entusiasmo, allegria e… tanta energia! Speriamo che conservino un bel ricordo di questo giorno trascorso a contatto con la natura… nell'attesa della prossima gita.

Roberto e Silvio




mercoledì 2 maggio 2012

L’ALTRA SARDEGNA - APRILE 2012 (trekking tra mare, miniere e cascate)


E’ la prima volta che il CAI di Vimodrone organizza una settimana di trekking (e non solo) nell’area del Sulcis Iglesiente; ero proprio curioso di vedere questi posti, che sono morfologicamente molto diversi dal Supramonte, in una stagione dove la Sardegna si presenta in una veste totalmente diversa dal mese di ottobre.
Infatti  i panorami erano colorati da una infinità di tonalità di verde, cosparsi da fioriture multicolore, in particolare tutti siamo stati piacevolmente sorpresi dal sottobosco di ciclamini intensamente profumati.
Il gruppo dei partecipanti è stato meraviglioso, apprezzando tutto quello che si è potuto visitare, con spirito di  corpo e disponibilità verso gli altri, un fatto per me molto importante nella partecipazione a queste iniziative e non solo. In particolare ho molto gradito, ma già avevo avuto modo di verificarlo, la disponibilità di Cosimo nel  prestarsi a tenere sempre allegra  la compagnia; bravo, sei un grande.
Abbiamo alloggiato nel villaggio Minerario di Rosas, nelle casette ristrutturate che furono residenza dei minatori. Tanto per non smentirci, subito, il giorno di arrivo abbiamo visitato la miniera e il museo del villaggio. Il villaggio è isolato nelle collinette a c.ca 6 km da Narcao, immerso nel più assoluto silenzio, anche questa è stata una esperienza unica e suggestiva.
Nonostante l’imprevedibilità del tempo, caratteristica della Sardegna in questo periodo, abbiamo effettuato tutti i trekking previsti.

Ecco le cascate del Linas:


l’attraversata da cala Domestica a canal Grande, ammirando dall’alto le spettacolari scogliere  che sprofondano nel mare verde smeraldo:


Il suggestivo trekking dalla grotta di Su Mannau (grotta stupenda in cui dai tempi dei nuragici si consumavano i riti dell’acqua) all’affascinante tempio punico romano di Antas e le relative cave di pietra.
 



Anche la parte, diciamo, turistica è stata veramente interessante:  affascinante porto Flavia, praticamente un porto navale completamente scavato nella roccia strapiombante sul mare, al cospetto del pan di Zucchero di Masua. Altrettanto interessante la visita alla Galleria Henri di Buggerru,















e all’isola di San Pietro con le sue spiagge e colonne, le strutture minerarie decadenti e la tonnara, unica rimasta operante in Italia.

 


Sulla strada del ritorno poi, anche se non in programma, con una variante al percorso di rientro, abbiamo visitato il nuraghe di Barumini e l’area archeologica di Santa Cristina.
E’ stata una settimana bellissima per quanto visto, per il tempo abbastanza buono nonostante le previsioni, per la coesione del gruppo, una esperienza che si potrebbe ripetere il prossimo anno.
Pie.

martedì 24 gennaio 2012

Ciaspolando, ciaspolando. Gita all’Alpe Devero (VB) domenica 15 gennaio 2012

La meta della nostra escursione, che originariamente doveva essere il Pian delle Betulle,  è stata cambiata per lo scarso innevamento delle nostre Prealpi.
Partiti di buon mattino, abbiamo raggiunto il parcheggio di destinazione verso le 9,30.
Lungo il tratto in salita che da Baceno arriva all’Alpe Devero, il paesaggio si è trasformato in un ambiente innevato, con tanto di grandi ghiaccioli alle pareti ai lati della strada.

Sarà stata l’ora, sarà stato il sole che era ancora nascosto dietro i monti, saranno stati i 1600 mt  del luogo,
ma appena scesi dall’auto, il freddo ci ha subito gelato.
In concomitanza con la giornata “Sicuri sulla neve” organizzata su scala nazionale dal Soccorso Alpino Nazionale, abbiamo incontrato anche qui un punto informativo/didattico, che abbiamo poi visitato nel pomeriggio. Camminando sulla neve sul bellissimo altopiano dell’Alpe, abbiamo raggiunto il Rifugio Capanna Castiglioni del CAI di Gallarate situato all’estremo nord della piana, dove abbiamo noleggiato le ciaspole,  …

e già che c’eravamo, per non farci mancare niente, prenotato anche il pranzo. Per molti di noi indossare le racchette da neve per la prima volta è stata un impresa un po’ “simpaticamente” difficile. Fortunatamente il sole ha fatto capolino sopra le montagne ed in breve la temperatura è salita con nostro grande piacere.  Siamo partiti in gruppo verso Campiolo e il lago Devero. All’inizio abbiamo seguito il sentiero che in salita ci ha portato sul pianoro dove è situata la frazione di Alpe Campiolo.



La giornata gradevole e il posto indicato per questo tipo di escursioni ha portato in loco tante persone. Ci siamo ritrovati con altri del gruppo iniziale che avevano scelto un altro percorso ed insieme siamo arrivati alla diga. Scattate le foto di rito e riposati un po’, abbiamo ripreso la via del ritorno.



Un po’ stanchi, ma sicuramente divertiti dall’esperienza delle ciaspole, raggiunto il rifugio in perfetto orario per il pranzo,  ci siamo affondati nel piatto di polenta fumante che ci aspettava. Lì ci hanno raggiunto anche Antonio e Michele, che insieme ad amici avevano terminato la loro escursione di sci alpinismo scendendo dal monte Bandiera. Terminato il pranzo nell’avvicinarci ai nostri mezzi, ci siamo fermati ad ascoltare le nozioni del personale del Soccorso Alpino che con dedizione spiegavano agli avventori interessati.
E’ stata una giornata in compagnia di amici, tanta neve e con l’esperienza sicuramente da ripetere di
camminare con le ciaspole, che è un modo simpatico a portata di tutti, di approcciare la montagna nella stagione innevata.

Maurizio Reduzzi