sabato 26 luglio 2014

Trekking di luglio 2014

Dalla val di Funes all'altopiano dello Sciliar

ovvero dal rifugio Genova al rifugio Bolzano


Eccoci con il consueto annuale trekking sulle Dolomiti. Quest’anno siamo in 13 con un folto gruppo di ragazze, sarà stato per questo oppure per caso, ma il tempo è stato bellissimo per tutta la durata del trekking, e quando dico bellissimo dico che non abbiamo mai preso acqua, sì qualche nuvolaglia ma niente di più.
La compagnia è stata ottima e questo ci ha fatto godere ancora di più questo spettacolo della natura che tutti ci invidiano. Abbiamo percorso circa 57,6 km con dislivelli in salita di m 3085 ed in discesa di m 3520 tra boschi di conifere su prati con moltitudine di fiori, o su rocce in passaggi impervi, percorsi giornalmente anche 16 Km ma nulla ci ha fermato. Sì devo ammetterlo qualche momento di défaillance l’abbiamo avuto, qualche momento di crisi c’è stato, ma quando alzavamo gli occhi e si aprivano certi panorami tutto passava, tutto svaniva.
(Paolo Coelho)

Grazie a Silvio di averci guidato in questa avventura e che senz'altro l’anno prossimo dovremo ripetere, (io non ho ancora visto tutto) e grazie a tutti per la bellissima compagnia.

Fiorenzo


Inizio del trekk
Il rifugio Genova (m 2306)
Il progetto del trek prevedeva la partenza da Ortisei, ma  sentito il parere di alcuni gestori dei rifugi circa la praticabilità di un passo, la partenza è stata spostata a Santa Maddalena in val di Funes, stravolgendo così il percorso dei primi due giorni.


Prima tappa: raggiungere il rifugio Genova a quota 2306 m partendo dal paesino della val di Funes . Un magnifico sole ci ha accompagnato  attraverso boschi e prati con i fiori dai mille colori.
Lassù la nostra prima meta
Il gruppo e le Odle sullo sfondo

Il sentiero Adolf Munkel
Il giorno dopo ci siamo incamminati verso la val Gardena, attraversando la forcella Pana, per andare al rifugio Firenze (m 2039)





La salita alla forcella
Il panorama dalla forcella










Il rifugio Firenze















La "ferrata" è stata molto  impegnativa











Verso Selva Valgardena



Il mattino seguente, dopo una notte di pioggia, abbiamo proseguito il nostro cammino verso Selva  Valgardena, per risalire, in ovovia, a Ciampinoi  attraversando la "città dei sassi" e passo Sella e raggiungere il rifugio Friedric August (m 2298)

In vista di Selva
Il Sasso Lungo














Il rifugio Friedric August

I Denti di Terrarossa
Il penultimo giorno ci ha visti percorrere il crinale sulla val Duron e dirigerci prima  al rifugio Tires e poi, meta conclusiva  della tappa al  rifugio Bolzano, percorrendo circa 16 km di sentieri.

Il rifugio Tires 













Una breve sosta al rifugio
Verso il rifugio Bolzano



Il "Bolzano"
"l'ultima cena"

L'ultimo giorno siamo scesi all'Alpe di Siusi e con i mezzi pubblici passando per Bressanone siamo ritornati a Santa Maddalena, concludendo così il nostro trekking.

I primi segni di cedimento alla stazione dei pullman di Bressanone




sabato 17 maggio 2014

Da Alassio ad Andora 11 maggio 2014

La partenza
Il tempo non ci ha assistito troppo


























Una stradina del borgo Colla Micheri 

Pausa pranzo














Quattro chiacchiere














Il vecchio ulivo














La torre

Un magnifico fiore incontrato lungo il percorso















E' stata una bella giornata anche se il cielo coperto ci ha impedito di apprezzare con maggior visibilità il panorama sul mare dalle alture, la compagnia come sempre è stata favolosa e come sempre piena di allegria, un ringraziamento a Romeo per la perfetta organizzazione e a tutti per la piacevole compagnia.

Fiorenzo

martedì 4 febbraio 2014

17 gennaio 2014 Il falò di Sant'Antonio

Anche quest'anno la nostra sottosezione del  C.A.I. di Vimodrone ha deciso di rispettare l'antica tradizione del falò di Sant'Antonio, una tradizione tramandata nel tempo dai nostri padri, oggi forse per alcuni è  una ricorrenza come tante, ma per loro era una tradizione  molto sentita da tener "accesa" per non dimenticare. 

Nel passato era un momento di aggregazione, le varie comunità di un paese (cascine) si raccoglievano assieme e preparavano una pila di materiale povero, sterpaglie, rovi qualche pezzo di legno ma senza esagerare perché ogni cosa che bruciasse serviva per riscaldare la casa, una serata da vivere insieme, quindi tutti attorno al fuoco con un bicchiere di vin brulé si raccontavano le ultime notizie.  

"Sant'Antonio" e Maurizio

Sant'Antonio Abate è il protettore degli animali, all'epoca in tutte le stalle era appesa un'immagine del Santo a protezione degli animali, mucche, asini, cavalli, maiali, infatti l'effige del Santo lo ritrae con un maialino. 
Da cosa deriva però "Falò di Sant'Antonio"?
Sant'Antonio è stato considerato il guaritore dell'herpes zoster, appunto chiamato "Fuoco di Sant'Antonio" ed è per questo che alla sera del 17 gennaio quando si bruciavano le pire, le ceneri venivano poi conservate in sacchettini e messe nelle tasche degli abiti per proteggersi da questa malattia.

Gli "eroi" del CAI
E' una tradizione antica, che noi del C.A.I. abbiamo voluto con insistenza mantenere nonostante le avversità atmosferiche che quest'anno ci hanno ostacolato , abbiamo risolto problemi dell'ultimo minuto, problemi che anche la pioggia battente ha creato inzuppando il legname recuperato in tutta fretta, alla fine ci siamo riusciti nonostante le avversità atmosferiche perduranti, chi c'era, oltre al vin brulé, cioccolata calda e panettone ha potuto godere delle fiamme, anche quest'anno altissime nonostante la pioggia, per una volta il fuoco ha vinto sull'acqua.

Quest'anno sul nostro falò una famiglia Norvegese ha messo un cartello indicante un nome strano, è il nome di una malattia rarissima, (Leucodistrofia metacromatica) una malattia  degenerativa, incurabile  che ha colpito i loro figli, sono qui  da noi in cura all'ospedale San Raffaele dove sembra l'unico ad avere qualche risultato positivo nelle cure di questa malattia, i loro genitori hanno bruciato sul falò questo cartello per avere una speranza, questo può essere uno dei  significati del falò, bruciare le brutture dell'anno trascorso e camminare nel nuovo anno con la speranza.

La pira
Fuoco e lapilli
Vogliamo ringraziare la Pro Pro Loco di Vimodrone per aver organizzato la benedizione degli animali, parte integrante del rituale, come noi vogliono portare avanti questa ricorrenza   per non dimenticare le nostre tradizioni popolari.

Fiorenzo