venerdì 20 dicembre 2013

Concorso "30Cime" I vincitori

Primo assoluto - Maggior numero di cime: Marco Zanoni
43 cime


Donne - Maggior numero di cime: Rosalina Sanvito
35 cime


Maggior dislivello raggiunto: Antonio Grimoldi
40 cime e 95.704 m.


Cima più alta: Alessandro Petrozzi
Pizzo Bernina, 4.049 m.


Il più piccolo iscritto: Marco Vignati di 1 anno e 6 mesi!
(per ovvie ragioni non ha potuto ritirare il premio)

Tutti gli iscritti hanno avuto un "dolce" riconoscimento

Giovanna in rappresentanza di tutti 

Complimenti a tutti quanti 
dagli amici del CAI

... e miei personali.
Silvio

giovedì 7 novembre 2013

Camogli - Portofino 1° novembre 2013

Fortuna c'è il CAI per aggregarsi a fare delle belle passeggiate come quella di oggi!
Oggi non mancava nulla: sole e temperatura mite, vista panoramica sul mare, i profumi della macchia mediterranea, poca fatica e buona compagnia!!! gita pienamente riuscita, soddisfazione massima!! Grazie.
a presto

Veduta di San Fruttuoso
Raffaella

L’ALTRA SARDEGNA ottobre 2013

Quando dal traghetto che lascia la Sardegna, vedi rimpicciolire la costa, e quasi scomparire all'orizzonte, provi un'acuta fitta al cuore. Ti tornano, improvvisi, alla mente le emozioni, i suoni e i colori che hai scoperto nell'ultimo soggiorno.
Ricordi allora, la felicità provata sul gommone di Vladi, nell'ammirare le calette non frequentate, bagnate da un mare che ha  indossato gli abiti più belli e dai colori sfavillanti, turchese, giada, ametista, blu cobalto... e quando si solleva il vento, ti alzi in piedi e ti sembra di volare nell'azzurro del cielo. L'emozione che provi,  al mattino, nell'ammirare un'alba irreale, ove su uno schermo dai colori che variano ogni momento, nuvole impertinenti interpretano giochi irripetibili.
Il sudore e la soddisfazione per aver compiuto l'impresa di attraversare la "Gola di Gorroppu" disseminata di enormi e bianchi massi illuminati dal sole, e allora, sei colpito da profonda commozione e ti viene alla mente il saluto sardo : "Annosibiti cú salute" (arrivederci a noi con salute ). ARRIVEDERCI SARDEGNA!.
Dario

Quest’anno è stato veramente un anno impegnativo, il numero dei partecipanti  (48) è stato notevole, nonostante tutto, con l’impegno e la disponibilità è filato tutto alla perfezione, o quasi.
Il numero dei partecipanti ha permesso una programmazione giornaliera molto varia, mettendo a volte in difficoltà per la scelta delle escursioni in programma.
E’ stata veramente una bellissima settimana, dove tutti hanno collaborato alla buona riuscita.
Pietro

P.S. Abbiamo fatto di tutto:


Corde doppie

PLUMARE Sette Cale - Calata di 50 m
PUNTA SALINAS - Calata per la cala Goloritzè
LANAITO Badde Pentumas - prime due calate













CALA BIRIOLA - Calata da 57 m in spiaggia


















Arrampicate

CUSIDORE - Salita dello spigolo nord


















Grotte

DORGALI - Grotta Sos Giocos






DORGALI - Grotta Sos Giocos
VALLE LANAITO - Voragine di Tiscali















Mare e spiagge


GOLFO DI OROSEI - Panorama da punta Salinas











GOLFO DI OROSEI - Piscine di Venere















Ferrate + calate


FERRATA GIORRÈ











PLUMARE - Ferrata Sette Cale


MONTE ODDEU - s'udulo e s'istampu, calata da s'istampu



Folkore


HOTEL L'OASI DI CALA GONONE -Serata folcloristica

Scale a Fustes


CALA MARIOLU - Scala a Fustes






Visite turistiche

NUORO - Museo archeologico









ORANI - Museo Nivola








ULASSAI - Museo Maria Lai

ORUNE - su Tempiesu, riti dell'acqua

Trekking

DORGALI - Gola di Gorroppu
CUSIDORE - salita dal canalone


















Concorso 30Cime


MONTE IRVERI


PUNTA CUSIDORE









sabato 5 ottobre 2013

CIRCOLO CULTURALE “LA QUERCIA” e CLUB ALPINO ITALIANO sull' ALTOPIANO DEL SILENZIO


“Sardi” e “Vimodronesi” insieme verso l’Altipiano di Asiago, sul monte Zebio, per conoscere un pezzo importante di storia fatta dai Sardi. Una camminata storica!



La salita verso il monte

L’ascesa al monte è cominciata, sotto un cielo cupo e piovoso,  percorrendo una salita pietrosa che si inerpica attraverso prati e pascoli fino al limite del bosco.
Quattro chiacchiere lungo il cammino

Immergendoci nella foresta di abete rosso, la pioggia lascia lentamente posto ad una coltre umida,  senza disturbare  gli impavidi camminatori  che silenziosi si riempiono lo sguardo della meravigliosa vegetazione di fine estate ed inizio autunno. Il bosco di abeti ci accompagna lungo tutto il percorso, caratterizzato da salite e tratti pianeggianti,  mulattiere, in parte selciate, piste forestali e sentieri costeggiati  a tratti da “invisibili” postazioni scavate nella roccia bassa.

Un riparo
Dopo circa due ore di cammino, ci troviamo davanti ad un lembo di terra recintato, interamente circondato dall’infinita abetaia,  nel quale sono piantate 212 piccole croci di legno, allineate una dietro l’altra, una affianco all’altra. Guardandole di lato sembra che le braccia si incrocino, come in un estremo tentativo di tenersi per mano: è il cimitero di Casoria,  qui riposano le spoglie di quei sardi che sacrificarono la propria vita per la Patria, la Brigata Sassari. Un pezzo di Sardegna a 1600 mt di quota.

Ad ogni croce un nome

Le 212 croci nel piccolo pezzo di Sardegna
Un rispettoso silenzio ci invade e… in punta di piedi ci aggiriamo tra le croci su cui sono appuntate le targhette che recitano i nomi dei giovani caduti, in una sola lingua: il Sardo. L’emozione è profonda quando  lo sguardo dal basso verso l’alto amplia la pendenza di quelle croci tutte sarde. Ogni paese la sua croce e un suo figlio: Manca Emanuele di fu Saverio di Torralba….


La targhe poste all'ingresso del cimitero

Dinnanzi a questa immane tragedia, che molti ignorano nelle dimensioni e nel suo valore umano e civile, due canzoni una preghiera per onorare i caduti amici e nemici: “ Dio del cielo, Signore delle cime…” cantano alcuni “Deus ti salvet Maria, chi ses de gratias piena“ (Ave  Maria piena di grazia) in lingua sarda  cantano altri. Un momento toccante. Sentimenti ed emozioni sarde e vimodronesi in un unico corale sentito ringraziamento agli indimenticabili valorosi giovani “ Sassarini”, vittime sacrificate in nome di una tragica guerra.

Un canto e una preghiera
Un semplice e allegro spuntino a base di pane e buon formaggio, offerto dai Sardi, completa la nostra visita ai caduti, ricordando a tutti, oggi più che mai,  l’importanza della condivisione dello “stare insieme”. Ci allontaniamo da quel piccolo “pezzo di Sardegna”, lasciando ognuno un pensiero.

Lo spuntino ...
... e la foto di gruppo
Percorrendo un sentiero di bianco calcare, fuori dal bosco, raggiungiamo i visibili resti del le trincee e dei ricoveri scavati nella roccia, dove migliaia di Sardi, e non solo, vissero per un intero anno i tragici momenti della grande guerra. Un vero museo all'aperto.
Sui camminamenti delle trincee ci sembra di sentire le loro voci. “Se sei italiano, parla sardo!” Era la prima parola d’ordine in uso nei loro reparti, una propria regola interna per non farsi comprendere dal nemico. Poco sopra le trincee austriache sembrano dominare le postazioni italiane.
Prima di scendere a valle, raggiungiamo “ Malga Zebio”. Una piccola sosta per un assaggio del famosissimo formaggio “Asiago” e poi… via velocemente, e a passi lunghi e ben distesi, verso valle, dove ci aspetta un succulento pranzo!

Il camminamento austriaco

La trincea austriaca
Una giornata intensa e meravigliosa, ricca di storia e di forti emozioni.
Grazie a tutti per essere stati degli ottimi e sensibili “ Compagni di viaggio”

Tonina

mercoledì 31 luglio 2013

Pizzo Arera m 2512 - Una delle "30Cime"

L'iniziativa delle "30Cime", che non vuole essere discriminante nei confronti di chi ama passeggiare in montagna nel silenzio o di chi ama arrivare ad un rifugio per riposare e rifocillarsi, ha innescato in alcuni di noi la voglia di riprovare le proprie capacità di un tempo, quando salire e scendere da cime anche impegnative non creava troppi problemi.
Domenica 28 giugno 2013 prevedeva una giornata di sole e caldo, e così noi cinque: Giovanna, Susy, Cesare, Maurizio C e Maurizio R siamo partiti per Zambla Alta di Oltre il Colle con l'idea di salire al Pizzo Arera: una bella montagna rocciosa e imponente delle nostre Alpi Bergamasche che un po' ci fa paura, ma per fortuna ognuno lo tiene per sé.


Lasciamo la macchina alla fine della strada asfaltata c acirca 1500 m di altezza, a piedi iniziamo la nostra salita (ma quanto è ripida? già goccioliamo di sudore!)


Raggiungiamo la costa che conduce al rifugio Capanna 2000.


Non sostiamo ma prosieuiamo salendo a sinistra la cresta erbosa prima e rocciosa pio, ma soprattutto... molto... molto ripida: infatti ci fermiamo tre volte a riprender fiato:



arriviamo all'antecima, dalla quale finalmente vediamo la vetta con la croce...è molto invitante.


OK! proseguiamo scendendo, con molta attenzione in un canalone, piuttosto instabile, per risalire attraverso una spaccatura della roccia con l'aiuto di una scaletta fissa (va bè! Fissa!?!...legata con un fil di ferro!) e alcune corde metalliche fisse (un paio però erano staccate), fino all'uscita su una calotta finale costituita da roccette e ghiaione friabile...la discesa sarà dura!!!


Finalmente dopo tre ore di cammino e quasi mille metri di dislivello, siamo in CIMA e ammiriamo il panorama a 360° sulle Prealpi Orobiche, ovviamente facciamo le foto di rito con il logo CAI sotto la croce, felici di esserci...quassù...e si vede.



Scendiamo con molta più attenzione che nella salita e arrivati al rifugio Capanna 2000 scopriamo che è in programma, sul pratone antistante, un concerto del famoso (?? n.d.r.) Bepi De Prismas cantante bergamasco (an bel bagai) che scrive i suoi testi in dialetto, e la sua band folk-rock che suona benissimo; ascoltiamo qualcosa mentre gustiamo una fetta d'anguria per poi riprendere la discesa verso la macchina.





Ottima performance...ragazzi!!!

GRAZIE a tutti...e...alla prossima

Giovanna e Cesare