martedì 4 febbraio 2014

17 gennaio 2014 Il falò di Sant'Antonio

Anche quest'anno la nostra sottosezione del  C.A.I. di Vimodrone ha deciso di rispettare l'antica tradizione del falò di Sant'Antonio, una tradizione tramandata nel tempo dai nostri padri, oggi forse per alcuni è  una ricorrenza come tante, ma per loro era una tradizione  molto sentita da tener "accesa" per non dimenticare. 

Nel passato era un momento di aggregazione, le varie comunità di un paese (cascine) si raccoglievano assieme e preparavano una pila di materiale povero, sterpaglie, rovi qualche pezzo di legno ma senza esagerare perché ogni cosa che bruciasse serviva per riscaldare la casa, una serata da vivere insieme, quindi tutti attorno al fuoco con un bicchiere di vin brulé si raccontavano le ultime notizie.  

"Sant'Antonio" e Maurizio

Sant'Antonio Abate è il protettore degli animali, all'epoca in tutte le stalle era appesa un'immagine del Santo a protezione degli animali, mucche, asini, cavalli, maiali, infatti l'effige del Santo lo ritrae con un maialino. 
Da cosa deriva però "Falò di Sant'Antonio"?
Sant'Antonio è stato considerato il guaritore dell'herpes zoster, appunto chiamato "Fuoco di Sant'Antonio" ed è per questo che alla sera del 17 gennaio quando si bruciavano le pire, le ceneri venivano poi conservate in sacchettini e messe nelle tasche degli abiti per proteggersi da questa malattia.

Gli "eroi" del CAI
E' una tradizione antica, che noi del C.A.I. abbiamo voluto con insistenza mantenere nonostante le avversità atmosferiche che quest'anno ci hanno ostacolato , abbiamo risolto problemi dell'ultimo minuto, problemi che anche la pioggia battente ha creato inzuppando il legname recuperato in tutta fretta, alla fine ci siamo riusciti nonostante le avversità atmosferiche perduranti, chi c'era, oltre al vin brulé, cioccolata calda e panettone ha potuto godere delle fiamme, anche quest'anno altissime nonostante la pioggia, per una volta il fuoco ha vinto sull'acqua.

Quest'anno sul nostro falò una famiglia Norvegese ha messo un cartello indicante un nome strano, è il nome di una malattia rarissima, (Leucodistrofia metacromatica) una malattia  degenerativa, incurabile  che ha colpito i loro figli, sono qui  da noi in cura all'ospedale San Raffaele dove sembra l'unico ad avere qualche risultato positivo nelle cure di questa malattia, i loro genitori hanno bruciato sul falò questo cartello per avere una speranza, questo può essere uno dei  significati del falò, bruciare le brutture dell'anno trascorso e camminare nel nuovo anno con la speranza.

La pira
Fuoco e lapilli
Vogliamo ringraziare la Pro Pro Loco di Vimodrone per aver organizzato la benedizione degli animali, parte integrante del rituale, come noi vogliono portare avanti questa ricorrenza   per non dimenticare le nostre tradizioni popolari.

Fiorenzo