domenica 17 gennaio 2010

16 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate







Sant'Antonio è considerato il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo.
La tradizione deriva dal fatto che l'ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano circolare liberamente fra cortili e strade, nessuno li toccava se portavano una campanella di riconoscimento.
Il loro grasso veniva usato per curare l’ergotismo, che venne chiamato “il male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio” (herpes zoster); per questo nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato al grande eremita egiziano, che poi fu considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla.
Per millenni e ancora oggi, si usa nei paesi accendere tra la notte del 16 e il 17 gennaio, i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di s. Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera. Le ceneri, poi raccolte nei bracieri casalinghi di una volta, servivano a riscaldare la casa, con apposita campana fatta con listelli di legni per asciugare i panni umidi.
Anche quest’anno noi del CAI di Vimodrone abbiamo realizzato il falò di S. Antonio, e, come sempre oltre alla decisione di realizzarlo, quest’anno abbiamo avuto un’organizzazione impeccabile con tanto di programma ed assegnazione compiti, tutto scritto, tutto documentato dal nostro amico Piè, che abbiamo eletto direttore lavori.
Si parte già venerdì 15 con l’installazione dell’impianto luci per guadagnare tempo, ed i tecnici del gruppo anche con mezzi di fortuna hanno fatto un buon lavoro, quest’anno si è anche illuminato il falò con dei fari che hanno avuto un buon effetto sul fumo ad inizio dell’accensione del falò .
Sabato 16 si comincia presto, appena arrivano i camion che scaricano il legname ci si mette subito all’opera e con i compiti assegnati in precedenza si procede speditamente, si lavora e si scherza, si scherza e si lavora: l’impressione è quella che ci divertiamo di più ad innalzare la catasta che al vedere il falò bruciare, io chiamerò torre di babele questa catasta di legna perché in tutta la giornata non si è mai stati d’accordo su nulla e tra uno sfottò e l’altro in allegria la torre cresce anche abbastanza in fretta.
15 persone, quindi un buon numero per far procedere velocemente i lavori, il risultato è stato ottimo.
Alla sera mentre nell’area ristoro le nostre collaboratrici si affannavano con vin brulé, cioccolata, focacce, panettoni, e bevande varie, al termine di un piccolo spettacolo, alle 21,20 si dà fuoco alla “torre di babele”, che come al solito inizia con un gran fumo sul pennacchio, dopo qualche minuto si vedono le prime fiamme che si alzano dritte, altissime per circa 15 metri, dopo un’ora crolla l’impalcatura centrale ormai consumata dal fuoco il quale continua fin dopo la mezzanotte quando ormai non c’è più nessuno.
E’ stata una bellissima serata con tanta gente, sempre felice di partecipare a questa antica tradizione che festeggiava il passaggio dall’inverno e quindi da giornate buie e fredde all’imminente primavera.
Il ricavato della serata sarà offerto al nostro missionario Don Daniele Caspani
Un ringraziamento a tutti i partecipanti.
Fiorenzo

6 commenti:

pie ha detto...

ciaoa tutti
anche quest'anno siamo riusciti ad organizzare il falò, un lavoro veramente notevole che ci impegna tutta la giornata, un lavoro che ci dà soddisfazione, principalmente nel vedere che una delle poche tradizioni che resiste. ha bisogno però di nuove e giovani energie affinchè possa continuare nel tempo, speriamo che l'anno prossimo qualcuno si aggreghi. Comunque l'iniziativa è riuecita alla perfezione nonostante tutti gli inconvenienti del mattino, la partecipazione è stata massiccia. Per cui un arrivederci al prossimo anno con un falò 10 cm. più alto.

Maurizio C. ha detto...

Si siamo veramente forti.
L'unione fa la forza. E' bello veder gli amici collaborare
per mantenere la tradizione del fuoco di Sant'Antonio
Come è stato bello realizzarlo e vederlo crescere tra una burla e l'altra ma sempre con il sorriso e l'allegria che ci contraddistingue.
Il prossimo anno Pie ti assicuro che sarà piu' alto di
cm 210 ciao a tutti buna serata Maurizio C.

pie ha detto...

ciao mao
un bel messaggio, comunque l'importante non è quanto è alto il falò. l'inportante che il prossimo anno sia 210 cm più alto (200cm di recupero persi quest'anno + 10cm del prossimo)............. guarda bene il disegno che sarà in prospettiva.

Maurizio C. ha detto...

Ok. Ma al di là del disegno in prospettiva fammi avere anche la sezione dei tre travetti.....
Guarda bene le fotografie del falò
e noterai che comunque ho recuperato i 200cm con tre tavole, in piu' c'è il pinetto o abete che sia. by by

Anonimo ha detto...

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Romeo ha detto...

A Matteo Boldrini,
non abbiamo modo di entrare in contatto con lei se non ci lascia un riferimento (anche di posta elettronica). Visiti il nostro sito: www.caivimodrone.it dove può trovare tutti i nostri dati ed anche un video sul falò di quest'anno.
Cordiali saluti.
Romeo Didoni